Il sax tenore, con un suono che sembra risalire dal profondo della terra, è l’ideale per accompagnare i viaggi a notte fonda. C’è una vibrazione antica come i vulcani, e nello stesso tempo c’è una limpidezza nitida come un cielo primaverile, dove spiccano i colori, la forma delle note e una naturale sapienza ritmica.
È forse la composizione più famosa di Erroll Garner e fu scritta nel 1954 come brano strumentale e inserita nell’album Contrasts del 1955. Il testo fu aggiunto nel 1959 e divenne subito uno standard, cantata, tra gli altri, da Sinatra, Sara Vaughan e Etta James.
“Capitava che qualche frase che gli usciva dal sax quasi lo spaventasse, come una sorta di rivelazione. La musica era la sua vita e in testa gli giravano passaggi, ritmi. Ogni tanto riusciva ad afferrarne un pezzo e non lo mollava finché non l’aveva ridotto a parte del suo sassofono, a possesso sicuro della sua […]
“Con la sua presenza era impossibile che potesse passare inosservato, con il suo abito che gli arrivava fino ai piedi, solo si riusciva a vedere il suo volto. Occhi scuri come la notte e una piccola barba che accerchiava la sua bocca fino a confondersi con i suoi baffi. Sotto il berretto si scorgevano i […]
Tutta la mia vita è stata un disastro ma non mi pento. la mancanza della fanciullezza mi ha fatto uomo e l’amore mi sostiene. Il carcere, la fame, tutto; tutto questo mi sta bene: le pugnalate nella notte e il padre sconosciuto. E così da quello che non ho avuto è nato quello che sono: […]
Alcuni musicisti, come Sonny Rollins, riescono a scatenare il loro pubblico anche suonando da soli, senza essere accompagnati da nessuno strumento. Suonando con invenzione melodica e forza ritmica proiettano la loro energia nel pubblico, creando attorno al musicista un’aura quasi da comunità religiosa, sia pure per il tempo di un set.