“Con la sua presenza era impossibile che potesse passare inosservato, con il suo abito che gli arrivava fino ai piedi, solo si riusciva a vedere il suo volto. Occhi scuri come la notte e una piccola barba che accerchiava la sua bocca fino a confondersi con i suoi baffi. Sotto il berretto si scorgevano i suoi capelli lisci, neri e fini. Le sue mani erano magre e le sue dita lunghe, erano mani da pianista”. Così definiva un giornale argentino lo straordinario Jorge Dalto, nel decimo anniversario della sua morte avvenuta nel 1987.

Continuava il commento: “In piedi per nominarlo, in silenzio ad ascoltarlo, a un grande che non ha mai dimenticato le sue origini mentre il suo popolo si è dimenticato di lui. Jorge Dalto, un genio della musica, un uomo che faceva parlare il suo piano, che portò i suoi ritmi latini, il suo jazz e le sue origini in qualsiasi parte del mondo.”

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail