Dovendo far risalire la genesi del rastafari a un momento preciso, questo potrebbe essere il 2 novembre 1930, il giorno dell’incoronazione di Ras Tafari come imperatore Hailé Selassié I d’Etiopia. Lij Makkonen (Ras e Tafari sono titoli tradotti dall’aramaico che significano rispettivamente principe o nobile e creatore) aveva 38 anni e apparteneva a una dinastia abissina che si dichiarava discendente diretta di re Salomone e della regina Makeba di Saba. L’incoronazione del nuovo monarca attirò i massimi rappresentanti di settantadue nazioni e l’interesse planetario dei media, un evento sorprendente per quello che in termini economici (gli unici che importassero all’Occidente) era un insignificante paesucolo africano. Però questo nuovo imperatore si stava dimostrando a suo agio sulla scena internazionale promuovendosi in tutto il globo perché sarebbe stato l’unico nero seduto sul trono di una libera nazione africana e che quindi pretendeva di essere trattato con il dovuto rispetto dagli altri leader internazionali. Per i figli della diaspora la sua ascesa al trono come Hailé Selassié fu l’evento più importante del secolo, in un mondo in cui lo schiavismo era stato abolito da pochi decenni e in cui il colonialismo era ancora tanto potente e l’Etiopia rappresentava l’unica isola di indipendenza in un’Africa governata interamente dagli europei.