La Bolivia è un paese con una popolazione di oltre 12 milioni di abitanti. Di questo totale,  la popolazione indigena rappresenta il 49%.

La popolazione afro-boliviana – di lingua spagnola – raggiunge poco più di 50.000 unità, persone che vivono principalmente nelle province del Nord e del Sud dello Yungas (La Paz) dedita all’agricoltura (principalmente coca e frutta). Una percentuale di quella popolazione è migrata, a causa della costante lottizzazione del territorio, alle città di La Paz, Santa Cruz e Cochabamba.

Gli afro-boliviani sono una delle unità socio-culturali che ha di più influenzato la musica e la cultura del paese. La sua storia, tuttavia, è stata

segnata dall’invisibilità e dall’emarginazione. Durante la colonia, erano considerati “merce”  con il loro valore monetario e, in età repubblicana, la costruzione dell’identità nazionale fu incentrata sui meticci e sugli indigeni “andini”.

Attualmente la popolazione afro-boliviana sta consolidando una presenza

forte che si esprime non solo nella musica, nella danza, nel canto e nella cultura, ma in una maggiore partecipazione alla vita sociale e politica.

Il tamburo è stato emblema  di differenziazione e affermazione dell’identità. Come in Africa, anche nelle colonie l’africano ha continuato a svolgere le sue funzioni rituali, e sociali, mediando una relazione tra suono e linguaggio parlato (i tamburi africani sono, per eccellenza, strumenti “parlanti” che usano codici precisi per trasmettere messaggi).

La danza è stata un altro importante elemento culturale. Anche se vista dalle autorità con reticenza, non è stato vietata. In alcuni casi è stata incoraggiata.

La saya afro-boliviana oggi è considerata, indiscutibilmente, come una delle varie componenti che arricchiscono la musica nazionale boliviana, ma questo risultato è  stato raggiunto dopo un lungo percorso.

La saya afro-boliviana è eseguita con voci e percussioni e viene tradizionalmente presentata in occasioni speciali, come le feste patronali.  Oggi un gruppo saya è composto da una decina di partecipanti a qualche decina, metà uomini e metà donne, a seconda delle occasioni e dei luoghi in cui viene eseguito: un grande gruppo in cortei e uno piccolo negli scenari cittadini. Donne e uomini partecipano cantando e ballando, ma gli strumenti a percussione sono tradizionalmente suonati solo dagli uomini. Uno dei personaggi della saya è colui che personifica il caposquadra (caporal), che rappresenta la persona incaricata di supervisionare la giornata agricola nelle fattorie. Questo balla con una frusta in mano e con dei campanelli ai piedi.

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