Il termine jamet o jamette si riferisce alla popolazione operaia nera delle aree urbane di Trinidad e Tobago tra la metà del XIX e l’inizio del XX secolo.
Una sottocultura emersa in risposta alle dure condizioni socioeconomiche, vale a dire il sovraffollamento, la disoccupazione, la criminalità e la povertà.
Questa classe, che comprendeva cantanti, domestici, batteristi, protettori e prostitute, incarnava l’opposto dell’élite della classe superiore e le nozioni di decenza e rispettabilità.
Jamette è spesso usata per descrivere la donna urbana nera della classe operaia di quel periodo e il Carnevale della fine del XIX secolo (introdotto dai coloni francesi nel 1783).
Da evidenziare il ruolo e il contributo delle jamette allo sviluppo di espressioni culturali, come il combattimento con il bastone, il movimento Steel Pan, il Carnevale e l’azione sociopolitica delle donne in relazione al loro coinvolgimento nelle proteste, come i Water Riots, nei primi anni del XX secolo (1903).
Le donne sono le protagoniste del carnevale, un momento che permette di essere libere e, per alcune donne, di tirare fuori la “jamette inna me”.
L’era del Carnevale di Jamette era caratterizzata dalle cannes brulées (simulazione di combattimenti con bastoni e riti processionali rievocativi e commemorativi), dalle manifestazioni a sfondo sessuale e dalla violenta rivalità tra bande.
La parola “Jamette” deriva dalla parola francese “diametro” e si riferiva alla classe di persone al di sotto del diametro della rispettabilità o della malavita. In sostanza, questo si riferiva agli individui che facevano parte della classe operaia urbana che viveva nelle baracche di Port of Spain. In un contesto più ampio comprendeva anche tutti coloro che partecipavano ai festeggiamenti del Carnevale. Così il San Fernando Gazette nel 1871 descriveva i/le jamette: “…orde di uomini e donne, giovani d’anni ma maturi in ogni vizio che perverte e degrada l’umanità, che convivono in tutta la rozza licenziosità della vita barbarica: uomini senza scopo e senza occupazione – donne sfrenate, perverse e depravate oltre ogni espressione”.
Le manifestazioni sessuali erano un aspetto integrante del Carnevale di Jamette. Maschi e femmine scendevano in strada rappresentando temi sessuali nelle loro mascherate. Le famigerate bande Jamette erano in prima linea in questo particolare aspetto del Carnevale.
Le donne di questa banda Jamette si impegnavano spesso in attività come spaventare gli astanti aprendo i loro corpetti ed esponendo i loro seni, lottando tra loro per l’attenzione dei maschi, adescando apertamente uomini della classe media, indossando abiti sessualmente rivelatori e ballando indecentemente attraverso le strade.
La violenza e la rivalità tra bande erano un segno distintivo del Carnevale di Jamette. Bande diverse rappresentavano aree diverse e combattevano l’una e l’altra per il territorio e le terre. Queste bande si sono formate a causa del sovraffollamento evidente a Port of Spain, delle condizioni antigeniche delle baracche e dell’accresciuta tensione tra i vari migranti provenienti dalle isole vicine.
L’era del Carnevale di Jamette ha contribuito a plasmare il festival come è oggi, perché ha messo in mostra l’adattabilità e la metamorfosi del festival.