Ci sono puristi del jazz ovunque, anche se a volte sono in disaccordo tra loro, e altri che addirittura negano l’esistenza del jazz latino, nonostante la strada tracciata e poi percorsa da Mario Bauzà, Dizzy Gillespie e Chano Pozo. Ricordiamo il purista per eccellenza, il francese Hugues Panassié, che considerava jazz solo il jazz tradizionale, il Dixieland, escludendo il bebop, che oggi è invece la corrente principale, il “mainstream” del jazz. Ma la mitizzazione del jazz della sua prima tappa dimentica che anch’esso è impuro, in quanto sin dai suoi inizi era già un ibrido, una fusione di diverse musiche.
La poliritmia afro caraibica e afro brasiliana, cugine del jazz, hanno arricchito e ampliato le sue potenzialità, il “latin jazz” è arrivato per rimanere e diverrà ogni giorno migliore. Un giorno avremo una storia del jazz dell’America latina e dei Caraibi, che è più ricca di quello che si crede.

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