Sono sempre andato a Umbria Jazz e ricordo bene gli inizi di questa manifestazione che era un vero e proprio tour per tutta la regione dove ogni sera vari artisti si esibivano in località diverse con concerti all’aperto, nei migliori borghi medievali della verde Umbria.
Ci si può avvicinare e vivere UJ per diversi motivi, ognuno conosce il suo. E la sera del 14 luglio avevo un gran desiderio di sgranchirmi le gambe, in un bel posto, storico e ben frequentato e mangiare una pizza con un bello e discreto sottofondo di musica jazz…Perugia!!!
Il jazz e il medioevo sono molto vicini e compatibili, più di quanto si possa credere. Così decido di partire e, giunto nei pressi, prendo la tangenziale e mi dirigo a Perugia Centro. Un caldo quasi bestiale mi sarà di compagnia per tutta la serata, ma confido in quell’arietta che salva parecchie notti ai perugini. Il parcheggio a Piazza dei Partigiani è la destinazione, per poi salire su e su, entrando nel ventre e nel cuore di Perugia fino a Corso Vannucci, l’arteria principale della città. Ma prima di percorrerlo decido di fare un salto ai Giardini Carducci a trovare il “divin pittore”. Eccolo lì, il monumento a Pietro Vannucci “il perugino” di fronte al quale è stato allestito un palco, accerchiato di gente molto ben intenzionata, sul quale si stavano esibendo un bel gruppo americano, gli Huntertones, molto moderni, con il loro jazz, funky e tutta l’America dietro. Buone vibrazioni che mi hanno reso contento e felice per l’incontro.
Dopo un po’ mi decido di andare dove volevo andare: al Corso! La solita e tanta bella gente visibilmente posseduta da quella voglia di vivere pienamente l’evento. Più la guardo e più mi dico: Perugia è bella, alla pari di tante nostre località più conosciute, meriterebbe di più. Quella musica in sottofondo è arrivata e mi accarezza la corteccia cerebrale: gruppetti di giovani cantano e suonano ansiosi di raccontare le loro storie, l’aria sembra in fermento preparandoci, forse, al concerto che di lì a poco verrà, alle ore 19 in piazza IV Novembre dove un palco è pronto ad accogliere i mastri di giornata.
Mentre taglio l’ultimo trancio di pizza ecco arrivare alle mie orecchie le prime note, sono di un’orchestra, di quelle che una volta giravano il mondo intero al cospetto di popoli e razze di tutti i tipi ma con un gusto in comune, quello per la buona musica. Sono anch’essi americani, University Of Kansas Jazz Ensemble, si vede e si sente! Swing a tutto gas e assoli di tromba e di sassofono eseguiti con maestria e con un profondo sentimento. Me li godo fino all’ultima nota, sono entrati con passione dentro il mio cuore, maledetta Kansas…. E tu, Deborah… canti come una dea al cospetto di un tramonto sull’Olimpo.
Mi sento felice, soddisfatto e grato a chi ha portato qui questa musica e ai musicisti che l’hanno fatta rivivere. See you soon!
14 luglio la presea di Umbria Jazz 2018