Negli anni ’50 il centro del jazz all’Avana era il Tropicana, il più lussuoso e spettacolare cabaret dell’era, il cosiddetto “paradiso sotto le stelle”, con la jazzband di Armando Romeu.
Molti artisti americani la visitarono; non era insolito vedere al Tropicana Frank Sinatra, Benny Goodman, Tito Puente e arrangiatori americani interessati a conoscere, di prima mano, la musica afrocubana.
Nat King Cole, dopo il suo primo spettacolo al Tropicana, cominciò a registrare una serie di LP di standard latino-americani cantati in spagnolo (il primo fu registrato con l’orchestra del maestro Romeu).
Allo stesso tempo, negli Stati Uniti si consolidava l’Afrocuban jazz, attirando l’attenzione di musicisti influenti come Stan Kenton e George Shearing.
Dopo la morte di Chano Pozo nel 1948, crebbe negli Stati Uniti l’interesse per la percussione cubana ed emigrarono a New York e Los Angeles percussionisti importanti come Candido Camero, Armando Peraza, Marcelino Valdés e Mongo Santamaria.
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