Alcuni album jazz – pochi – possono vantare un’influenza, un successo di critica e di pubblico contro i quali il tempo non può nulla. Nel 1964 il leggendario sassofonista John Coltrane ne creò uno, in una sola session. A Love Supreme è ricerca interiore, espressione dell’inesprimibile, ingresso prepotente della religiosità (non istituzionale) nel jazz, sperimentazione musicale, contaminazione di jazz modale, blues, gospel, tradizione indiana, polititmia africana, bebop: pietra miliare in musica.
Tutto successe in un giorno negli studi di Rudy Van Gelder, a pochi minuti di treno da Manhattan. Se questo non è particolarmente eccezionale nella logica del jazz, ciò che risulta eccezionale è il livello di intensità che il quartetto raggiunse in sala di incisione. E’, forse, l’unico album in studio di Coltrane che può competere con i suoi incredibili album dal vivo.

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