L’ex colonia francese Neuvelle-Orléans, cambiata poi in New Orleans, denominata “The Big Easy”, bagnata dal fiume Mississippi, è la culla di un ritmo contagioso: il Jazz.
È uno dei luoghi al sud degli Stati Uniti in cui l’impasto tra le diverse popolazioni che vi si sono avvicendate è il più consistente.
Lì avvennero mescolanze di culture, lingue, religioni che hanno dato vita ad una città più unica che rara.
Il jazz è nato nel quartiere di Storyville, delimitato da Basin Street, Iberville Street, Robertson Street e St. Louis Street.
Ogni locale notturno aveva il suo tipo di musica. La Tuxedo Dance Hall era nota per il ragtime, quella di Pete Lala aveva i suoi re della tromba e i bordelli avevano i loro “professori” di pianoforte. Ciò che avevano in comune tutti i locali notturni del Distretto erano gli alcolici, la prostituzione, la musica e il gioco d’azzardo. Ed era legale, almeno per la maggior parte.
Al numero 235 di Basin Street si trovava la Mahogany Hall di Lulu White, il bordello più famoso della città. In fondo all’isolato, la contessa Willie Piazza teneva il suo salotto notturno in una sontuosa villa in stile italiano, dove Jelly Roll Morton suonava danze ragtime sul suo pianoforte a coda bianco.
Nella “Black Storyville” la vita si concentrava attorno a South Rampart e Perdido Street, dove il bluesman Buddy Bolden spazzò via tutti i concorrenti con i suoi colpi di tromba nella Funky Butt Dance Hall, fino a quando non si è dovuto ritirare in un Istituto statale per curare la sua salute mentale.