La musica tutta
Per quanto ne so, l’arte della musica è nata con l’uomo, questo costruisce i propri strumenti e scoprono attraverso gli strumenti di lavoro, come utilizzare alcuni di loro per emettere suoni, accattivanti, diversi da tutto il resto da quello che suonava nel suo ambiente, ha anche imparato ad usare, alcune parti degli alberi con questo obiettivo e ha usato la pelle degli animali per creare i loro strumenti di caratteristiche percutive, che quindi definiscono ciò che abbiamo identificato fin dall’inizio, come il ritmo.
Da lì, il concetto teorico che definisce la musica come,”l’arte di combinare i suoni e il tempo”; (o il ritmo). Primo concetto, di obbligatoria conoscenza, per chi inizia nello studio dell’arte della musica.
Da allora, si dice che l’uomo attraverso il suo specialista ′′ il musico “, credo con 12 suoni, tutto il bello e bello che ha ascoltato e goduto l’umanità, conosciuto con il nome di ′′ MUSICA ′′, a traversate del tempo.
Anche se alcuni specialisti, musicisti e uomini studiati dedicati alla fisica acustica, sostengono che non sono solo 12 i suoni della musica, ma che sono 13 e ancora più qui altri hanno la teoria, in cui personalmente credo , che sono ancora più di 13, perché più di 13 riescono a diventare suoni quelli creati attraverso lo sviluppo di varie tecnologie e sono stati in grado di creare a base di queste tecnologie, opere musicali di grande portata, il più Vicino a questi esempi ci viene in questa era con i ′′ DJ “. E tutta la vasta produzione di musica elettronica.
Anche più restando, nell’ipotesi iniziale di 12 suoni, possiamo dire che solo la genialità dell’uomo è riuscita a far sì che con questo ridotto numero di suoni, si siano creati innumerevoli e innumerevoli quantità di opere musicali di ogni genere, l’immensa La maggior parte irripetibili, alcune rispetto ad altre simili, ma mai uguali.
Si è mai pensato a che tipo di impresa o ha ottenuto l’uomo sotto questo aspetto, attraverso i musicisti, come il più puro e unico creatore?
È curioso pensare che in diverse parti del mondo e in tutte le epoche, ci siano coloro che hanno voluto demeritare il ruolo del musico o della musica, fino ad arrivare a pensare ed esprimere per questi, che è stata creata da gente che non ha altro da fare o pensare. Facendola confrontare con i responsabili di fare lavori manuali innegabilmente necessari, per la sopravvivenza umana e l’economia.
Queste persone o esseri a cui mi riferisco, non tengono a pensare, quanto necessario e imprescindibile sia l’accompagnamento a quel lavoro manuale, del miglior clima spirituale, che riescono tutte le arti e in essa includo naturalmente la musica.
Non riesco a smettere di menzionare, che quando ho realizzato i miei studi di musica all’ENA, ho avuto la grande opportunità di conoscere l’opera e la storia, dei grandi musicisti universali, prima di raggiungere questo centro di insegnamento e grazie all’indimenticabile e alta sensibilità di mio nonno e della mia famiglia, dominavo solo i nomi di Mendelssohn e Schubert, conoscevo del mondo del jazz Tommy Dorsey, Lois Amstrong e nella musica popolare cubana, nomi come Arsenio Rodriguez, Chappotin, Aragon Orchestra, Palla di Neve tra gli altri.
Gli studi così tanti di storia e apprezzamento musicale, più gli studi di violino, mi hanno aperto un’immensa varietà di conoscenze di tante opere classiche universali, di Corelli, Vivaldi, Bach, Handel, Mozart, Haydyn, Chopin, Lizt, i compositori russi, da Tchaikosvky, passando per Prokofiev, fino ad arrivare a Stravinsky, i francesi Ravel, Debussy, Faure, Eric Satie e i cubani, Roldan, Caturla, Borbolla, Cervantes, Saumell, Lecuona, fino ad arrivare al mio amato e venerato Leo Brower. Mi hanno aperto una grande, diversità e ventaglio, di conoscenze, di gusti, preferenze, di stili, generos, tendenze, che fanno parte della storia dell’arte della musica e dell’umanità, che mai e nonostante sia un musico dedicato alla musica popolare, non dimenticate mai, né dimenticherò, oggi per oggi fanno parte obbligatoria del mio allenamento quotidiano uditivo.
A tutto questo si aggiunge, che nella convivenza quotidiana, per tanti anni con i miei ex colleghi di studi, attraverso alcuni di loro, come sono stati i casi che già in altre occasioni ho raccontato, di Andres Alen e Adalberto Alvarez, ho conosciuto e Ho iniziato ad amare altre musiche, come lo è stata la trova cubana, il feeling, nella mia vita hanno iniziato ad entrare, Coltrane, Miles Davis, tra gli altri nel mondo jazz e una buona giornata, The Beatles, smetto di essere per me un ′′ gruppo ′′ di pelosi con pantaloni stretti “, per diventare un grande fan delle sue opere, che considero un monumento musicale dell’umanità.
Voglio dire che lasci trascinare la mia sensibilità verso il buon e corretto gusto musicale.
A partire e come una pratica coerente, amo tutta la buona musica, quella che all’inizio non la comprenda, la ascolto molte volte fino a riuscire a capirla e a godersela.
Provo un immenso rispetto per tutti i creatori e i musicisti di qualsiasi tendenza o corrente musicale, li sento come i grandi ′′ hercules “, perché sento prima di tutto il grande sforzo, per quello che facciamo tutti per far arrivare il nostro messaggio attraverso questo super bella arte, per essere compresi e accettati, è come se avessimo attraverso la musica una verità, che ci urge che tutti le ascoltino.
Io stesso e lo dico con tutta naturalezza, sono prodotto in ciò che ho fatto e faccio, di quell’universo di tante e diverse musiche, che ho imparato ad amare, rispettare e godere di esse.
Insisto sempre alle nuove generazioni di musicisti, l’importanza di prendere la musica come una professione molto completa e seria, cercare di imparare da tutte le musiche, non discriminare nulla e ascoltare tutto.
Ai colleghi della mia generazione, trasmetto il mio criterio e la mia vita, di non intimidirsi con il nuovo o le mode, bisogna ascoltare molte volte e sforzarsi di capire tutto.
Sentirci orgogliosi, che siamo di quelli che con pochi suoni, abbiamo costruito un’immensa opera umana, unirci e rimanere uniti è il nostro destino.
Ringrazio Dio, la natura, mia madre, i santi, che mi hanno scelto per appartenere a questa, privilegiata comunità mondiale di musicisti e darmi le doti sufficienti per esercitarla
Approfitto per condividere questa interpretazione secondo me di questa versione del classico di John Coltrane su “Giant Steps” appartenente all’album ′′ Mambazo ′′ della ′′ Giovane Jazz Band ′′ che dirigo, del timbro ′′ Colibri ′′ e con design, per il disco , da un’opera del grande artista delle arti plastiche Nelson Dominguez intitolata “Eleggua”
Joaquin Betancourt Jackman – Facebook 21.08.2020